Reportage sul seminario con Sensei Jim Sindt
Il 26 e 27 marzo si è svolto a Bologna, presso i locali del Centro Sportivo Universitario «Record» il seminario diretto da Sensei Jim Sindt (5° Dan Koryu Uchinadi) direttore tecnico del Koryukan di Copenhagen.
Il seminario, articolato in quattro sessioni di allenamento della durata di quasi tre ore l’una, è stato interamente dedicato al “Nyumon”. Questo termine, in lingua giapponese, significa «cancello d’ingresso» ed è usato, nell’ambito del curriculum del Koryu Uchinadi, per identificare l’intero programma di base della disciplina.
Il nome di Sensei Jim Sindt mi era stato indicato direttamente da Hanshi McCarthy quando gli avevo prospettato l’intenzione di organizzare un seminario di questa portata nel nostro Paese.
Dopo averlo conosciuto posso dire che non avremmo potuto ricevere miglior consiglio.
Sensei Jim Sindt è un ottimo insegnante, con una grande competenza didattica e, soprattutto, con una capacità tecnica davvero impressionante!
Umanamente ci ha colpito per l’umiltà e la simpatia, qualità che lo hanno fatto subito percepire a tutti i presenti non come un’autorità distaccata ma come un compagno di pratica, sempre attento e disponibile, sempre pronto a dispensare consigli e a dimostrare direttamente ogni tecnica con tutti, affiancandosi senza distinzione al principiante assoluto come al veterano con qualche decennio di pratica alle spalle.
Questa disponibilità e affabilità, che avevo già avuto modo di apprezzare l’anno scorso a Roma, con sensei Darrin Johnson e sensei Jerry Figgiani, in occasione del seminario condotto da Hanshi McCarthy sono qualità che fanno comprendere ancor meglio il perché tra i praticanti di Koryu Uchinadi sia così usato il termine “KU Family”.
Nessuna assurda rivalità, nessun astio, nessun tentativo di primeggiare … al contrario: collaborazione, incoraggiamenti continui, sorrisi, amicizie sincere, grande tecnica, efficacia reale … e molto, molto divertimento … una realtà così profondamente diversa da quella legata alla precedente esperienza vissuta da molti di noi prima di scegliere questa strada.
Ma torniamo al seminario di Bologna … gli allenamenti sono stati tanto appaganti quanto impegnativi, sia fisicamente che mentalmente, dato che il programma di base del Koryu Uchinadi è vastissimo.
Dagli esercizi meno complicati – affrontabili, seppur con qualche difficoltà, da tutti i presenti – si è passati gradualmente a quelli sempre più complessi e articolati, che sensei Jim Sindt ha riservato ai più “esperti”.
Nel contempo, un secondo gruppo di praticanti approfondiva lo studio di alcuni tegumi (tecniche di sensibilizzazione, e condizionamento) e applicazioni pratiche contro attacchi di violenza fisica comune.
Il tempo è letteralmente volato tra l’entusiasmo crescente dei praticanti che a fine stage, dopo la consegna degli attestati di partecipazione, continuavano a rimanere sul tatami per le foto di rito e per riprovare ancora qualche applicazione.
Con la complicità della cucina bolognese, siamo riusciti a strappare a sensei Jim Sindt la promessa di tornare in Italia per altri seminari. Prima di salutarci il maestro si è complimentato per il nostro livello tecnico e ci ha esortato a continuare su questa strada. Alcuni di noi lo incontreranno presto a Veldhoven (Paesi Bassi), dove ad inizio giugno condurrà, insieme a sensei Darrin Johnson, il Gasshuku europeo.
Un grazie di cuore a tutti i partecipanti per l’impegno e l’entusiasmo dimostrato e in particolare a sensei Damian Murphy rappresentante KU per l’Irlanda che è venuto da Galway con quattro allievi per praticare insieme al nostro gruppo.
Permettetemi infine di rivolgere un ringraziamento speciale a tutti i miei allievi – sia a quelli che hanno condiviso questa bellissima esperienza sia a chi non è potuto intervenire – perché senza il continuo supporto, l’impegno e la determinazione di ciascuno di loro, tutto quello che il nostro gruppo sta vivendo da quasi due anni a questa parte, non sarebbe mai stato possibile.
Marco Forti